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venerdì 14 marzo 2014

Surfcasting PAF - Andrea e il suo Trigone

UN INCONTRO INASPETTATO di Andrea Lorenzelli

Come succede per la maggior parte delle volte decido all ultimo momento ,carico tutta l attrezzatura in macchina e parto per la spiaggia...anche solo per un paio di ore desidero staccare tant'è che parto con una canna due americani e mezzo totano. Arrivato sulla spiaggia di Scarlino decido di posizionarmi al pontile,  spot che più di una volta mi ha regalato belle catture ( orate, mormore, ombrine ), più precisamente sul lato nord dato il leggero vento di scirocco.




 Avendo poca esca decido di ottimizzarla utilizzando un sistema pescante con bait clip che mi permette sia di acquistare metri nel lancio che ridurre al minimo lo stress dell'esca. Utilizzo un trave di 2,50 realizzato con uno 0,50 coated. Su di esso sono montate le seguenti componenti: girella su aggancio shock leader, 50 cm sotto stop, perlina, girella, perlina, molla, perlina e stop tutte componenti Gemini.  In basso utilizzo un aggancio per il piombo con bait clip  IMP della breakaway.  Un bracciolo FC di 2 metri con un beak Bad Bass 314 n 5.
Il mare è in bassa marea e qui da noi in queste condizioni l'acqua a 50 metri dalla battigia raggiunge appena 30 cm di profondità, quindi decido di innescare l'americano e di effettuare un lancio in acqua utilizzando un ogiva da 125gr piuttosto che 150gr dato il carico maggiore dovuto al tipo di lancio.
Posiziono la canna sul picchetto,  frizione non del tutto chiusa e vado a fare due cozze tra i piloni del pontile. Dopo 15 minuti circa vedo la canna che si piega lentamente fino a sentire la frizione partire leggera....la faccio scorrere per una 10 di metri poi decido di ferrare bloccando la bobina con la mano senza forzare..... Sento che il pesce c'è ed inizio a recuperare...la frizione un pò più chiusa...non sento scodate, ma una forte resistenza...lentamente faccio lavorare la canna e decido di entrare in acqua per una trentina di metri.... Il recupero è molto lento inquanto sento un forte contrasto, come si trattasse di un sacchetto o un ombrello aperto... Quando il pesce è a 5 metri da me rimango veramente stupito nel vedere che si tratta di un trigone.... sono distante dalla battigia e per un attimo penso cosa fare per prenderlo, anche perchè noto subito il pungiglione bianco di circa 10 cm alla base della coda... Lo shock è rientrato in bobina per la maggior parte, decido di indietreggiare piano fino allo scalino, riesco a mettere la canna sul picchetto tenendo il filo in tensione e a prendere un guanto in neoprene dal cassone. Rientro in acqua e cerco di afferrarlo, ma è difficile inquanto si agita ed è molto scivoloso e pesante. Partendo dalla schiena verso la coda riesco ad abbassare il pungiglione e a tirarlo fuori....
 

Ho provato una grandissima tenere fra le mani un pesce del genere, sia per la sua rarità che oer la sua pericolosità, avevo l'adrenalina a mille.... Ma l'emozione più grande è stata dopo le foto ed il video rilasciarlo alla vita e vederlo allontanarsi come un aquila verso il largo......Tant'era il mio appagamento che dopo aver guardato il mare per qualche altro minuto, ho gettato in mare l'altro americano e il mezzo totano ed ho smontato tutto....

Questo è il mare....e questa è la pesca....qualcosa di speciale, qualcosa di estremamente legato al nostro essere, una fonte di vita, di emozioni di rinascita..... Straordinario










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